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Formazione: la valutazione




05/11/2014
- La scuola per certi versi dimostra dei limiti. I voti sono il metro del superamento dell’apprendimento di qualsiasi corso a qualsiasi età. Nel caso degli adulti in genere non devono neanche essere bassi! Il minimo nell’ECM è equivale a 7.5 su 10. Mica male! Ma lo stesso limite è nella sicurezza sul lavoro. Ma vi sembra sensato? Cioè vi sembra efficace che un adulto, ascolti un altro adulto, magari a pagamento, ed al termine del corso debba subire un interrogatorio per sapere se è stato attento? L’organizzatore o il Docente, pagati dai fruitori o da committenti loro riferibili, dovrebbero verificare che nessuno copi i compiti, che non ci siano strumenti per leggere le risposte giuste (per esempio sequestrando i cellulari) ed infine dovrebbero bocciare coloro che non superano il test!
Ve lo immaginate? Ci sono alcuni motivi che non permettono il verificarsi di una situazione simile nella realtà. Il primo è il conflitto di interesse. Il docente è pagato dal fruitore, direttamente o indirettamente, quindi non può, pena una contrazione drammatica di clientela, bocciare nessuno. In più non ha né il ruolo, né la forza (anche fisica) per accertarsi che nessuno copi. Inoltre il corso è tenuto, nella stragrande maggioranza dei casi, in un lasso di tempo e spazio così contenuto da non garantire o permettere a nessuno un apprendimento tradizionale. 
Esempi ce ne sono, ma il caso più “patologico” è rappresentato dalla sicurezza sul lavoro. Dal 94 ad oggi continuiamo ad vedere milioni di persone in aula, dove docenti tentano di seguire programmi ministeriali comuni a tutti, con pochi inserti specifici legati alla professione, leggendo e rileggendo presentazioni in Power Point piene di informazioni astratte. Da un’attività simile il Margine Operativo Lordo di tante risorse impegnate (mi perdonino gli economisti ma è un uso “maccheronico” del MOL per provocare: se immetto risorse in un sistema devo ottenere qualcosa) a quanto risulta? A zero! Le statistiche parlano chiarissimo: a parità di ore lavorate i corsi sulla sicurezza non hanno prodotto nessuna contrazione degli incidenti, e quindi è un oceano di denaro e di tempo sciupate. Se il sistema della sicurezza fosse un’azienda, sarebbe fallita: immesse risorse enormi e ottenuto zero.
Oltre alle risorse perse ci sono le occasioni: di non ferirsi, di salvare una vita, di migliorare il proprio approccio alla risoluzione dei problemi, di vivere in un ambiente di lavoro più felice per il quale non c’è prezzo.
Occorrerebbe cambiare radicalmente l’approccio, dobbiamo quindi agire nel senso del cambiamento e se possibile pretenderlo, quando siamo fruitori, disposti però a metterci in gioco, nel vero senso della parola, perché per formare un adulto questi deve comunque concederci la sua “voglia”.